TROFAGLIO, SUCCESSO DI ZANASI

Massimo Zanasi su A112 ha vinto il Trofaglio, gara si è svolta nel week end tra Ferrara e Voghiera.
La manifestazione ha messo a dura prova i concorrenti con prove decisamente complicate: il vincitore ha chiuso la gara a 3,54 di media mentre al secondo posto si è classifica Umberto Ferrari su Lotus Elan che ha terminato a 3,84. Terzo gradino del podio per Valerio Rimondi con un 4,04 finale che testimonia la difficoltà della gara. Negli ultimi mesi solamente la Coppa Mazzotti aveva registrato concorrenti sul podio con medie (piuttosto alte) paragonabili a quelle fatte registrare in terra emiliana.

Rosso Mille Miglia, riprese in corso

Sono in pieno svolgimento le riprese a Brescia del film Rosso Mille Miglia del regista Claudio Uberti.
In questi giorni la città della Mille Miglia sta ospitando gli attori e le auto che saranno protagoniste del film. Le scene girate da Martina Stella, Fabio Troiano, Remo Girone, Francesca Rettondini e Rosario Petix saranno il cuore del film che sarà presentato il prossimo maggio.
Alle riprese stanno partecipando anche alcuni driver e collezionisti selezionati dalla produzione.

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“La mia Favera”, il racconto di Roberto Ricci

Mi piace che i partecipanti raccontino la propria gara in prima persona: al di là dei tubi, leggere un racconto di prima mano, aiuta chi non c’era a capire meglio, e a volte anche immedesimarcisi, chi invece non era a quella gara. Per questo ringrazio Roberto Ricci, appassionato regolarista toscano, per il racconto che mi ha inviato per posta e che trovate di seguito.

rr1Commentare la mia ottava Favera è difficile. Cosa c’è che non ho già detto, descritto, raccontato, svelato, di questa gara epica? Sapete tutto. La Favera è la Favera.

Tutto accade in una notte, il possibile e l’impossibile, il bello e il brutto. La fortuna e la sfiga si rincorrono e si cercano, e in mezzo ci sei tu, chiuso nella tua scatola, a sfidare il tempo, il freddo, la stanchezza, il ghiaccio, la neve, la notte….per 600 km. Quando scendi dalla pedana di Prato della Valle sai che devi correre, sai che devi mettere in banca il tempo, perchè ti servirà, lo spenderai a poco a poco per compensare i momenti in cui lui passa, ma la strada sotto di te non passa.

E’ una gara automobilistica di regolarità vera, ma non basta essere preciso il più possibile, è necessaria anche l’abilità nella guida, il saper gestire la meccanica e le proprie forze. Le strade sono forestali e demaniali, spesso, “al naturale”, una sfida nella sfida. Per questo la Favera si attende, si inizia a preparare la successiva un minuto dopo essere arrivati alla fine di quella appena disputata. E’ speciale. 

Questa l’ho condivisa con Valeria. Anche lei l’aspettava, era affascinata dai racconti, e ha voluto provare quelle emozioni che tutti descrivevano nelle loro storie. Esperienza poca, qualche gara (una decina) tutte del Campionato Italiano. Pigrizia genetica, tendenza a soffrire il freddo congenita. I requisiti base avrebbero sconsigliato di affrontare questa sfida, ma quando qualcosa è fortemente voluta, si fa! La sorpresa è stata scoprire invece la sua abilità nella navigazione nelle condizioni più critiche,anche dopo molte ore e molti km, e sotto pressione dalle medie tutt’altro che agevoli. Precisa, essenziale, impeccabile. Il malessere che l’ha messa “out” alla fine della prima tappa non le ha consentito di poter vedere l’arrivo, e poter vivere totalmente questa avventura. Peccato. Doverci ritirare ha interrotto un divertimento unico, una simbiosi equipaggio vettura fino ad allora perfetta. Anche la mia macchina è stata eccezionale. Era stata preparata bene, era stata controllata e ricontrollata.

rr2Uno dei piaceri della Favera è anche questo…..pensare alla macchina, prepararla con cura. Il motore cantava senza perdere un colpo, era molto veloce, stabile, sicura. Affrontare i tornanti ghiacciati, il misto veloce in discesa innevato è stato divertentissimo. In mezzo a tanto divertimento, si doveva pensare anche ad essere più precisi possibile. Non facile. Le fotocellule di per sè fanno risultare meno precisi, ma alla Favera vanno “interpretate”. Entrata stretta, uscita larga, entrata storta a destra uscita storta a sinistra,cellula nascosta (nella neve, sotto ai cartelli, dietro ai birilli)…insomma….mai uguali, spesso non perfettamente visibili, riferimenti di mira sempre diversi. Ci vuole abilità anche per questo. Saper essere il miglior approssimatore è essenziale per poter accumulare meno penalità. Ma i rilevamenti sono il male minore, la gara si vince ai CO, arrivare in tempo è essenziale e per niente scontato. Perennemente a 40 di media, su quei percorsi, bisogna essere bravi e accorti. 

“Robbertì, ma perchè le gare non sono tutte così?” mi ripeteva Valeria, che si stava divertendo all’inverosimile (prima di capitolare). Eh….bisognerebbe clonare Ivo, ma soprattutto cambiare la mentalità dei regolaristi italiani. E adesso, è partito il countdown per la prossima Favera: -365. Il piacere dell’attesa, è esso stesso il piacere.